giovedì 5 gennaio 2012

belle redenzioni

La bellezza redime, sempre.

Checché ne dicano i critici di Dostoewskij. Chi può negare il fulgore degli occhi, la piccola estasi dei sensi e l'incendio incoattivo che prende chi vede una cosa bella? Piccola o grande che sia, risplende e determina un insight cognitivo prima ancora che percettivo.

Ascolto, vedo, tocco, gusto, percepisco propriocettivamente, ne sento l'odore. Poi leggo mai più bella frase fu detta e conchiusa in sè:

L'assoluto è risultato. Il circolo che ha al proprio inizio la propria fine come proprio fine e solo alla fine diventa ciò che realmente è (Hegel)

Qui si dimostra che la bellezza è uno stato incondizionato della mente, prima ancora che essere sensazione. Semmai il problema è il riscatto dell'inferno che segue. E' il brutto della "vita offesa" che è irredimibile.


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