sabato 31 dicembre 2011

domenica 25 dicembre 2011

essere tosse

Feste da malato. La solita tosse canina, dovuta ad un edema alla laringe insieme a laringo-tracheite e spasmo bronchiale, come recita  la diagnosi dell'otorino. La tosse mi spacca la testa in due. Penso all'"apostasia degli organi" di cui parla Cioran e alle cellule cigliari della laringe che di questo organo ne fanno aggressivi guerriglieri tupamaros, piuttosto che semplici bestemmiatori.

Come la coscienza, per giunta "lucida" possa emergere da questi fili sensibili che mi tengono in ostaggio con un vellicamento compulsivo fino all'ipocondria mentre parlo o respiro, è per me un enigma. Perciò io dico che esistono davvero due razze d'uomini: i sani e i malati affetti da cronicismi (vedi qui post dell'11/12/07).

Ma se ai primi è preclusa la coscienza e ai secondi non è detto che sia data la lucidità, a me di certo è data una desocializzazione ossessiva, un silenzio coatto, una disabilità vocale che mina nel profondo più il mio essere che la mia comunicazione. Se è vero che "il linguaggio è la casa dell'essere".

giovedì 22 dicembre 2011

tener fermo un punto

Se si sceglie di tener fermo un punto, non per ragioni metafisiche, visto che di verità non se ne vedono, ma per comodità di rappresentazione, sembrerà che tutto cominci o possa cominciare da lì: punto archimedeo da cui muovere per guadagnare tutto.

Così la vita, per quanto da noi possa dipendere, appare come uno spazio che si dischiuda al nostro sguardo, non per una proprietà che possieda in qualche modo in se stessa, ma per una capacità che mette in campo quest'ultimo. 

E' nel suo suo stesso dispiegarsi che lo sguardo trova ragion d'esser e di continuare, tralasciando qualsivoglia fondamento e conchiudendosi nel suo stesso movimento. 

mercoledì 21 dicembre 2011

leggere

Leggere un libro allo stesso modo in cui da una cosa ne va della vita di un'altra. Come una "messa alla prova" quasi fosse impossibile la "cosa" della vita senza la "cosa" del libro. E anche la sua forza fosse impossibile senza quella della prima. Un dipendere decisivo di cui ne va l'esistenza, come la morte, alla fine della lettura. Anche se tutto dentro il pensiero.