mercoledì 19 dicembre 2007

figlio che legge

Ieri sera ho dato il bacio della buonanotte a mio figlio mentre leggeva. Era la prima volta che lo vedevo così assorto, rinserrato sotto la coperta del letto e concentrato sulla pagina illuminata dal faretto della mensola. Aver sperato or sono 16 o 17 anni fa, ancora prima che nascesse, che avvenisse qualcosa che ora al culmine dell'adolescenza vedevo compiersi davvero, mi ha fatto una certa impressione. Certo, la lettura di un libro come buca in cui si cade (G. Bataille) o come l'ascia che spezza in due l'anima (Kafka). Ma non era questo. Non si trattava di una lettura ardente e spasmodica. Il fatto è che mio figlio leggeva come fosse una cosa ordinaria, non per prendere sonno, ma in vigile attesa di qualcosa che avveniva lì sotto i suoi occhi, tra le mani. Come fosse un fatto normale, un' "abitudine" acquisita. E questo mi bastava per ritenermi soddisfatto di vederlo crescere bene. Cosa speriamo noi padri, sperando che i nostri figli vengano su come noi crediamo sia il meglio per loro (per noi)? Cos'è che ha reso il mio sguardo così languidamente rassicurato perché mio figlio leggeva? C'ho pensato un po' su prima di andare a dormire. Cerebrale come sono, Hegel mi è venuto in soccorso: la conoscenza, come rimedio alla malattia che essa stessa è. Sì, me ne sono convinto, era questo che mi rassicurava, mentre mio figlio leggeva il suo libro sotto la luce del faretto. Grazie Hegel.

2 commenti:

jacopo ha detto...

dopo una descrizione così appassionata a piena di citazioni colte è difficile rispondere.Potrei dirti che t voglio bene ma sarebbe troppo scontato; e allora ti dico che è grazie alla domenica da feltrinelli, con calzone incorporato, è grazie al cartellone che mi avevi fatto da piccolo dove mi facevi scrivere le parole, è grazie ai libri che mi regali alla befana, è grazie al fatto che ti ritrovo la maggior parte delle volte su quella poltrona cosi concentrato, che mi saluti e ritorni alla lettura, è grazie a te che sono quello che sono. Non arriverò ai tuoi livelli, ma trovalo qualcuno che si mette a leggere "alla ricerca del tempo perduto" sulla spiaggia! tvb

jacopo

emilio ha detto...

nonostante il blog, non ci sono bit sufficienti per risponderti...