lunedì 23 settembre 2024

Agonia senza epilogo

Le "Quattro Nobili Verità" del Buddha, di cui solo le prime due convincono veramente (il dolore: dukkha; l'origine del dolore: samudaya sacca) e le altre due che mi sembrano "illusorie" (la fine del dolore: niroda sacca; la via che porta alla fine del dolore: magga sacca). Le dottrine di salvezza delle filosofie ellenistiche: il vivere secondo natura (ὁμολογουμένως ζῆν) dello stoicismo; la sospensione del giudizio (ἐποχή) dello scetticismo; il piacere regolato e stabile (εὐστάϑεια) dell'epicureismo; il "piacere immediato" dei cirenaici; la momentanea e improbabile Noluntas di Schopenhauer; la vita che non si può vivere (ἄβιος βίος) di Michelstaedter e quello che sarebbe il suo antidoto: una Persuasione inconseguibile; l'appello alla conoscenza e alla sterilità di P. W. Zapffe nella chiusa dell'Ultimo messia, che non porta né all'assoluzione, né al riscatto; le filosofie, le religioni e le dottrine di liberazione sociale; le visioni mistiche e sciamaniche. Insomma tutte le favole (gli "ancoraggi", direbbe Zapffe) ahimè raccontate nei secoli, insieme ad esoterismi e dottrine misteriosofiche varie. Elenco incompleto quello che precede, con evidenza. Tuttavia, dopo averle studiate e, alcune, praticate, mi chiedo cosa concludere: ne va della mia, di salvezza. Non riesco ad andare oltre l'agonia senza epilogo di Cioran

mercoledì 18 settembre 2024

Il clinamen contro il DNA e la carneficina del vivente


Leggo in un testo efilista che "La vita si è evoluta per torturare ed essere torturata... Siamo nati per essere massacrati... Nessun essere senziente è immune in quanto il DNA ha messo in atto questo progetto di sterminio seriale per centinaia di milioni di anni su centinaia di miliardi di soggetti senzienti ed esseri viventi". La soluzione a questa totale crudele immoralità evolutiva sarebbe l'estinzione, il non essere di tutti gli esseri senzienti. L'appello militante ad agire per far cessare il dolore universale - a fronte di una umanità per ora di 7 miliardi di persone e chissà quanti milioni di miliardi di esseri animali - in verità sembra inane e pure pericoloso. Allora cosa contrapporre a questo criminale determinismo biologico? Riscoprire il substine et abstine stoico, le filosofie ellenistiche e i loro dettami di accettazione, atarassia, epochè? A pensarci bene il "clinamen",  termine ripreso da Lucrezio dalla parenclisi (παρέγκλισις) di Epicuro nel De rerum natura, potrebbe essere un buon antidoto, se inteso come azione individuale antideterminista volta al contempo ad abbassare il quantum di sofferenza universale. Avrebbe in sé tutta l'aura arendtiana dell'azione come nuovo inizio, nuova natalità. Scelta soggettiva di andare contro il tritacarne evolutivo. Insomma: il decremento della crudele compressione dolorosa dell'esistenza con un qualunque innaturale gesto "controtendenza". Ferma restando l'azione a lungo termine dell'imperativo antiriproduttivo, un qualsiasi agire immediato, arbitrario e incongruo con le leggi evolutive della predazione e della competizione, ne sarebbe una istanza possibile. Sottrarsi al corpo a corpo e al colpo su colpo della darwiniana selezione naturale, deviando la traiettoria predeterminata degli "atomi-cromosomi", non per guadagnare un lontano paradiso, ma per dare senso di lotta e di contrasto alla carneficina del vivente. Contro il DNA, un clinamen libero, immediato, etico ed arbitrario.

sabato 7 settembre 2024

Non c'è salvezza - 3

Se vuoi raggiungere la serenità, prendi la decisione di abbandonare tre cose: il bisogno di controllare tutto, la necessità di essere approvati e il bisogno di giudicare gli altri. Così la formula zen. Buona cosa, certo, per raggiungere una tranquilla condizione di vita. Senonché portata a compimento la decisione, ti accorgi che, secondo lo stesso zen, se vuoi salvarti oltre che vivere in serenità, dovresti riuscire a non portare a compimento alcuna decisione di portare a compimento alcunché. E qui è la paralisi metafisica che non concede nulla di più della semplice vita serena. Le radici evidenti di questa paralisi sono manifestamente in ciò che Aristotele indicava con il termine "Appetizione" - in greco ὂρεξις - il principio che spinge un essere vivente all'azione in vista della soddisfazione di un bisogno, dell'appagamento di un desiderio, della realizzazione di un fine. Il fatto è che questa triade è conficcata, direbbe un efilista, nel DNA di ogni essere vivente. Per questo non c'è salvezza salvo nella condizione di non essere di tutti gli esseri viventi (Benatar docet). 

domenica 1 settembre 2024

Pensiero incomprensibile

Come dice P.W. Zapffe, la vita è inconcepibile. Prima ancora che incomprensibile, mi permetto di aggiungere. E in tutta evidenza questo pensiero è stato concepito incomprensibilmente.