- In ultima istanza, nel mondo c'è solo impermanenza.
- L'impermanenza è la causa ultima di ogni dolore.
- L'uomo è infatti attaccamento di ciò che è impermanente che, come tale nella sua essenza, non può rappresentare alcun fondamento stabile (scienza, filosofia, religione, diritto, società).
- La dottrina che ha dato la risposta più radicale a questa condizione dell'uomo, è il Buddhismo.
- La salvezza dal dolore (Dukkha) causato dall'attaccamento, per il Buddhismo, consiste nella pratica del distacco (non-attaccamento), che spezzerebbe la catena ininterrotta e ricorsiva del desiderio, volto visibile dell'attaccamento.
- Ma l'uomo resta essenzialmente attaccamento, anche nella pratica del distacco.
- (1) Perché il distacco è comunque forma suprema di attaccamento o, in altre parole, è impossibile non desiderare di desiderare di non desiderare.
- (2) Perché se c'è salvezza (come il Buddhismo predica), non c'è pratica di salvezza e se c'è pratica di salvezza non c'è salvezza.
- Così, la catena del desiderio non si spezza.
- Quindi, se la catena del desiderio non si spezza, nemmeno con la pratica del distacco, non esiste salvezza dal dolore (Nirvana) che il Buddhismo storico predica.
domenica 16 giugno 2013
Non c'è salvezza - 2
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